LE PROTESI SU IMPIANTI
La protesi su impianti è uno dei tanti metodi in odontoiatria per sopperire alla mancanza di uno o più denti fino ad arrivare anche alla sostituzione di tutti i denti.
LE CAUSE PRINCIPALI
Le cause che possono portare alla perdita dei denti sono principalmente la carie, se lasciata libera di attaccare il dente per tempi lunghi, o la malattia parodontale comunemente chiamata piorrea, che consiste in una infezione che colpisce l’osso per cui il dente perde il suo supporto, inizia a muoversi ed è sicuramente quotato all’estrazione.
Le cattive abitudini di igiene orale possono provocare la formazione di carie fino ad arrivare alla perdita di uno o più denti.
Fondamentale è la prevenzione che si basa su invitare il paziente a visite periodiche di controllo semestrali o annuali a seconda dello stato di salute del cavo orale, associate a sedute di igiene orale professionale se necessarie e a spiegazioni dettagliate da parte dell’odontoiatra o dell’igienista sulle norme di igiene domiciliare.
Grazie all’uso degli impianti è possibile realizzare protesi fisse più simili ai denti naturali come resa oppure protesi rimovibiliche però a differenza delle comuni dentiere hanno ottima stabilità e ritenzione mentre il paziente mangia, parla e ride e che vengono tolte dal paziente solo per le manovre di igiene orale domiciliare.
Inoltre le protesi fisse possono essere di un dente singolo ma anche di una arcata intera con il grosso vantaggio di poter eseguire un carico immediato, cioè in una unica seduta è possibile posizionare gli impianti e applicare subito la protesi provvisoria fissa in modo tale che il paziente non sia mai senza denti e non debba usare protesi mobili di transizione in attesa della osteointegrazione degli impianti con conseguente mancanza di confort nella vita quotidiana.
La condizione fondamentale per poter posizionare impianti è la presenza di osso sufficiente per accogliere l’impianto di lunghezza adeguata.
L’età non è quindi assolutamente un fattore sfavorevole soprattutto perché la mancanza totale dei denti, condizione definita edentulia totale, oggi è più frequente nei pazienti sopra i 65 anni grazie alla diffusione della prevenzione odontoiatrica, per cui è molto più difficile perdere i denti.
Esistono alcune condizioni di salute generali sfavorevoli per la buona riuscita degli impianti come ad esempio il diabete giovanile, l’uso di farmaci chiamati bifosfonati che vengono assunti dai pazienti affetti da osteoporosi o l’assunzione di farmaci immunosoppressori. Anche abitudini quali il fumo o il bruxismo non sono fattori predisponenti per la riuscita. Pazienti cardiopatici o che assumono farmaci anticoagulanti possono mettere impianti dopo aver però preso accordi con il cardiologo per decidere la terapia adatta da seguire.
La durata nel tempo degli impianti è strettamente legata all’impegno da parte del paziente di fare le visite di controllo suggerite dall’odontoiatra e di seguire le istruzioni di igiene domiciliare.
Una infezione che colpisce l’impianto, definita perimplantite, non sempre porta alla perdita dell’impianto stesso se trattata precocemente e in modo corretto. Quando però il trattamento di recupero non funziona o non è applicabile è possibile rimuovere l’impianto con una semplice anestesia locale e posizionare un nuovo impianti in altra sede o nella medesima sede a guarigione avvenuta (circa 2 mesi). Tutto ciò non comporta comunque dolore o ulteriori problemi per il paziente.
BRUXISMO E MALOCCLUSIONE
Parliamo di bruxismo: il bruxismo è un problema che interessa tantissime persone. Ma cos’è: una malattia, un disturbo?
E’ vero, il bruxismo interessa anche persone giovani, meno giovani e delle volte anche i bambini; è una parafunzione, una condizione che porta i denti ad essere a contatto fra di loro più ore al giorno invece che pochi minuti cioè durante la masticazione. Le persone che soffrono di bruxismo tendono a digrignare i denti sia di giorno che di notte. Possono esserci delle varianti: alcune persone tendono a digrignare i denti solo di notte, altre solo di giorno però fondamentalmente questo porta sempre o molto spesso a un’usura dei denti sulla superficie masticante.
E’ più grave quello notturno perché non ce ne rendiamo conto e quindi magari per 8 ore cioè durante tutto il sonno continuiamo a rovinare i denti?
Generalmente il bruxismo non avviene proprio tutta la notte ma solo in alcune fasi del sonno; comunque, di notte, sicuramente è incontrollabile per cui chi soffre di bruxismo notturno se lo porta avanti probabilmente per sempre e non ci sono molte soluzioni per contrastarlo se non l’utilizzo dei bite o delle placche di svincolo che servono a distanziare le arcate ed evitare che si usurino i denti.
Quali sono le cause?
Le cause del bruxismo non sono note, tempo fa si pensava che il bruxismo servisse per spianare tutte quelle interferenze occlusali che ci sono in certe persone che hanno una malocclusione.
Cioè che fosse la natura stessa a voler correggere..
Questo può essere vero delle volte nei bambini quando c’è una dentizione mista con denti decidui, denti da latte e denti permanenti, però nelle persone adulte si è visto che anche dopo aver eliminato completamente le interferenze occlusali continuavano a soffrire di bruxismo: io ho avuto pazienti in cura che avevano abraso totalmente i denti fino alla gengiva, danneggiando così perfino le gengive.
Lei ha parlato anche di bambini..
Ci sono dei pazienti che portano i bambini dicendo che li sentono digrignare i denti di notte. In questo caso fare un bite è complesso perché il bambino crescendo dovrebbe sostituirlo troppo spesso, in generale nei bambini è meglio aspettare, magari valutare se mettere un apparecchio ortodontico perché c’è una malocclusione. Il fatto che anche i bambini ne siano colpiti, sfata la leggenda che il bruxismo sia figlio dello stress. Lo stress ha probabilmente anche una sua incidenza, però non è chiara l’origine del bruxismo, non è chiaro il meccanismo per cui si verifica questa parafunzione.
Lei diceva che non se ne può guarire, anche se guarire è un termine improprio perché abbiamo detto che non è una patologia, bisogna conviverci.. però c’è modo e modo, cioè molto in realtà si può fare..
Certo, assolutamente, soprattutto è importante evitare che ci sia un’usura dei denti eccessiva, quindi andare da un odontoiatra e farsi visitare nel caso in cui si riscontri il fenomeno del bruxismo e mettere un bite o una placca di svincolo per evitare l’usura eccessiva dei denti legato allo strofinamento continuo che avviene di notte o anche di giorno.
Il bite è un cuscinetto in pratica che impedisce alle 2 arcate di toccarsi
E’ un bite prescritto dall’odontoiatra, rigido, realizzato prendendo le impronte delle arcate dentali. Generalmente il bite si mette nell’arcata superiore e deve essere poco ingombrante. Lo spessore varia a seconda dell’occlusione del paziente e dev’esser fatto prendendo le impronte di entrambe le arcate con precisione. I modelli, i calchi in gesso che vengono sviluppati dall’impronta vengono montati in un’apparecchiatura che si chiama articolatore che simula i movimenti della mandibola. Viene poi fatto un aggiustamento occlusale, si va a controllare dove ci sono i precontatti; il bite si tiene in genere durante la notte.
Nel caso invece di scricchiolio alla mandibola nel movimento di apertura e chiusura?
Potrebbe trattarsi di un problema che noi definiamo un disordine cranio-mandibolare, cioè una mal posizione del disco articolare che è presente nell’articolazione tempo-mandibolare cioè quella articolazione che collega la mandibola al cranio, è un’articolazione doppia cioè ce n’è una a destra e una a sinistra ed è molto complessa perché è un’articolazione che può subire delle patologie anche se ci sono delle malocclusioni dentarie, quindi se c’è perdita di elementi dentali oppure un morso aperto o qualche altro tipo di malocclusione può subire uno stress eccessivo, quindi questo disco si sposta, alcune volte addirittura il paziente oltre al click può rimanere anche con difficoltà nell’apertura della bocca… In questi casi sicuramente si consiglia la visita da un odontoiatra che si occupi di disordini cranio-mandibolari o gnatologia comunque..
E’ la malocclusione che causa il bruxismo o è il bruxismo che in qualche modo è legato alla malocclusione e tutte le malattie che ci stanno intorno, ad esempio una certa tensione muscolare e a volte persino il mal di testa cioè come si mettono in relazione?
Molto spesso sono tutte collegate: la persona che soffre di bruxismo se digrigna i denti durante la notte o li tiene serrati affatica la muscolatura masticatoria quindi al mattino al risveglio uno può avere già dolori muscolari, mal di testa.. però in questo caso si consiglia una valutazione dallo specialista. Poi però ci possono essere anche altri problemi alla colonna cervicale quindi è da valutare nel suo insieme.
La malocclusione ha un’origine genetica?
Le malocclusioni hanno un’origine, più che genetica, familiare. Anche nella mia pratica clinica ho visto persone con delle malocclusioni di 3^ classe, cioè morsi incrociati importanti dove nella famiglia per esempio di bambini che avevano questa malocclusione anche i genitori ce l’avevano ed anche i nonni
Cosa può peggiorare una malocclusione?
Io molto spesso vedo persone che hanno una malocclusione perché hanno perso i denti molari e non li hanno mai sostituiti e quindi ovviamente i denti si spostano dove vogliono e si creano delle malocclusioni
Come facciamo ad accorgerci se bruxiamo o no?
Generalmente il compagno o la compagna se ne accorgono perché sentono proprio questo rumore di stridio. Ci si accorge poi dal fatto che ci si sveglia al mattino con dei dolori. In ogni caso se si hanno dei dubbi una visita dal dentista può chiarire la situazione.
CARIE DENTI: LE CAUSE E COME SI FORMANO
La carie è una patologia a tutti gli effetti. Si può definire la carie come una malattia infettiva che colpisce i tessuti duri del dente, cioè smalto e dentina. Origina dalla superficie dei denti, può arrivare in profondità fino alla polpa dentale e si presenta sotto forma di lesione cavitata.
La carie si forma in seguito all’azione dei batteri, normalmente presenti all’interno del cavo orale, accumulati nella placca batterica. La placca aderisce tenacemente allo smalto dei denti e per questo è importante rimuoverla quotidianamente in modo meccanico, cioè spazzolando i denti.
Quando i batteri raggiungono la polpa (non è detto che sia la cavità a raggiungere la cavità pulpare, ma è possibile che i batteri infettino la polpa passando attraverso i tubuli della dentina) si hanno i primi sintomi dolorosi.
I batteri creano un ambiente acido, che consuma lo smalto, nutrendosi di carboidrati. L’assunzione frequente di carboidrati infatti rappresenta uno dei principali fattori causanti la carie, specialmente per cibi che rimangono facilmente incastrati tra i denti come caramelle, biscotti, patatine etc.
Altri fattori che influiscono sull’insorgenza di carie sono legati all’anatomia e fisiologia personali: la salivazione e la forma dei denti. La saliva è un importante agente antibatterico e di detersione, quindi una scarsa salivazione può favorire lo sviluppo di carie. Allo stesso modo un’anatomia dei denti con solchi profondi può essere un fattore predisponente per la carie.
La carie non ha quindi una sola causa, ma tutti questi fattori concorrono insieme alla sua formazione, perciò si definisce la carie come una patologia ad origine multifattoriale.
CURARE I DENTI DURANTE L’ALLATTAMENTO
A molte madri viene inappropriatamente consigliato di interrompere l’allattamento materno per effettuare le cure dal dentista o di evitare le stesse cure durante questa fase per paura degli effetti avversi sul neonato.
Questo approccio non è tuttavia giustificato e la mamma che allatta può tranquillamente sottoporsi alle cure dentistiche.
L’unica controindicazione possibile può essere legata all’uso di alcuni farmaci, tuttavia solitamente non usati nella pratica odontoiatrica quotidiana.
Non ci sono infatti controindicazioni legate all’anestesia che, essendo localizzata, viene eliminata rapidamente dall’organismo. Qualora venga usata l’anestesia, è sufficiente saltare una poppata, quella subito dopo la seduta dal dentista, per poi riprendere ad allattare come prima.
Per sostituire la poppata, si può prelevare del latte in anticipo con un tiralatte, conservarlo in frigo, eseguire l’intervento e fornire al piccolo il latte precedentemente conservato.
La mamma in allattamento può inoltre sottoporsi tranquillamente a eventuali radiografie, sia del cavo orale che di altre parti del corpo.
Anche un’eventuale prescrizione di antibiotici non comporta alcun problema al bambino, purché siano di una classe compatibile con l’allattamento (sono da evitare tetracicline e chinolonici, ma gli altri sono assolutamente compatibili, come le penicilline e i loro derivati o le cefalosporine).
Per la terapia antiinfiammatoria ed antidolorifica si possono usare farmaci come l’ibuprofene, dato che quantità minime di questo farmaco sono escrete nel latte
DENTI DA LATTE: PERCHÉ È IMPORTANTE CURARLI?
I cosiddetti “denti da latte” (in gergo medico chiamati “denti decidui“) sono la prima dentatura temporanea dei vostri bambini, pertanto sono destinati a cadere per essere sostituiti dai denti permanenti.
Nonostante la loro temporaneità, non bisogna assolutamente trascurare la cura di questi denti, ma è opportuno iniziare proprio da qui ad insegnare ai vostri bambini l’importanza di una corretta igiene dentale.
COSE DA SAPERE SUI “DENTI DA LATTE”
Prevenire e curare le carie dei piccoli pazienti è molto importante per 2 motivi:
- La struttura dei denti da latte è più fragile rispetto a quelli permanenti. Per questo motivo è molto più facile che si formino delle carie causando infezioni gengivali e dolore;
- La perdita precoce dei denti da latte, causata dal una mancanza di cure e igiene orale, può causare in futuro problemi di allineamento di tutta la dentatura.
Ora che avete scoperto qualcosa in più sui denti da latte dei vostri bambini, cosa aspettate a portarli a fare un controllo dal dentista?
Inoltre l’attesa in sala d’aspetto per loro può trasformarsi in un momento molto divertente grazie all’area a loro dedicata.
DENTI DEL GIUDIZIO: PERCHÉ E QUANDO FARE UN’ESTRAZIONE?
PERCHÉ I DENTI DEL GIUDIZIO POSSONO PROVOCARE PROBLEMI?
Gli ottavi, o meglio conosciuti come denti del giudizio, se sani e ben posizionati costituiscono un patrimonio prezioso per la bocca, ma se la mandibola e la mascella non sono abbastanza larghe da poterli alloggiare è consigliata l’estrazione in caso di denti erotti e denti inclusi.
Nel primo caso i DENTI PARZIALMENTE EROTTI possono favorire il ripetersi di infezioni causando dolore, gonfiore, e difficoltà ad aprire la bocca.
Nel caso di DENTI INCLUSI, ovvero denti parzialmente intrappolati dentro l’osso, essi possono danneggiare o spostare denti vicini.
Se il dente rimane incluso, ci possono essere due cause:
- gli manca il posto per erompere a causa della conformazione della mascella e della mandibola
- l’asse di crescita del dente non è orientato correttamente.
QUANDO ESTRARRE I DENTI DEL GIUDIZIO?
Il dentista può monitorarne la crescita attraverso un esame radiografico per valutarne lo stato di salute; se insorgono dei problemi è necessario estrarli.
Nelle persone giovani in caso di indicazione di estrazione di denti del giudizio è meglio non attendere troppo: prima dei 18/20anni infatti le radici non sono ancora completamente formate, il tessuto osseo è più tenero, la possibilità di danneggiare le strutture circostanti sono minori e la guarigione è più veloce.
DENTI DRITTI: QUAND’È IL MOMENTO GIUSTO PER IL PRIMO APPARECCHIO
Se pensate che i denti dei vostri bambini non siano perfettamente dritti e volete evitare futuri problemi di allineamento e malocclusione, continuate a leggere per sapere quand’è l’età giusto per iniziare a pensare ai primi apparecchi per i denti.
I primi problemi di malocclusione e di mal posizionamento dei denti sono chiaramente visibili intorno agli 8 anni. Ecco perché si consiglia l’utilizzo dei primi apparecchi ortodontici tradizionali intorno a questa età.
Grazie all’ortodonzia intercettiva è possibile appunto intercettare, in maniera preventiva, i problemi di questo tipo.
All’età di 6 o 7 anni si possono già effettuare i primi trattamenti ortodontici, in anticipo, con la possibilità di ottenere dei risultati più efficaci in quanto le ossa dei vostri bambini sono ancora morbide e si modificano più velocemente.
L’APPARECCHIO IN ETÀ ADOLESCENZIALE
In età adolescenziale e adulta si può ricorrere invece all’utilizzo dell’ortodonzia invisibile per correggere problemi di allineamento dei denti. Grazie all’Apparecchio Invisibile è possibile ottenere risultati assolutamente efficaci senza il fastidio estetico dell’apparecchio tradizionale.
L’ASCESSO DENTALE
Si definisce ascesso dentale, detto anche ascesso periapicale o ascesso alveolare, una raccolta circoscritta contenente pus, situata nella zona attorno all’apice o alla radice di un dente.
La raccolta di pus tende a migrare verso la superficie, comparendo di solito come una tumefazione ben delimitata in corrispondenza della gengiva.
Si tratta di una reazione infiammatoria del nostro corpo, nel tentativo da parte dell’organismo di contenere ed eliminare l’infezione.
L’ascesso può essere principalmente di due tipi:
- Ascesso dentale parodontale, causato da un’ infezione a carico dell’apparato di sostegno del dente, cioè gengiva, osso alveolare e legamenti
- Ascesso dentale periapicale, dovuto ad un’infezione derivante dalla polpa dentale in seguito a carie
Il sintomo principale dell’ascesso dentale è solitamente un forte dolore proveniente da un dente, ma il paziente può accusare anche tumefazione, gengive gonfie, alitosi, ipersensibilità dentinale, febbre ed ingrossamento dei linfonodi del collo.
La reazione infiammatoria è causata dall’arrivo dei batteri, delle relative tossine e dei prodotti del metabolismo batterico nei tessuti periapicali del dente (legamento parodontale ed osso) attraverso i canali interni del dente stesso.
Nel caso il dente alla base del problema non sia chiaramente individuabile all’esame clinico, analisi radiografiche sono fondamentali per rilevare una carie o le tracce di una precedente devitalizzazione incongrua, possibili fonti originarie del problema.
Trattandosi di un’infezione, l’ascesso dentale richiede una cura antibiotica, eventualmente supportata dalla somministrazione di farmaci antidolorifici per alleviare il dolore.
E’ fondamentale poi il drenaggio del pus ai fini di una corretta guarigione. Questo potrà essere ottenuto, a seconda della posizione in cui si trova la raccolta purulenta, attraverso il dente, come prima fase del necessario trattamento endodontico dello stesso, oppure tramite incisione della raccolta attraverso cute o mucose.
GLI EFFETTI DI FUMO, ALCOOL E CATTIVE ABITUDINI ALIMENTARI SUI VOSTRI DENTI
La prevenzione e l’igiene orale sono fondamentali per preservare la salute dei vostri denti.
In particolare, fumo, alcool e cattive abitudini alimentari possono causare malattie parodontali, carie e infiammazioni recidive.
La patologia cariosa, comunemente chiamata carie, è una malattia infettiva che interessa i tessuti duri dentali determinandone la distruzione.
La malattia parodontale può causare infiammazione alle gengive, mobilità dentaria, riassorbimento osseo e, negli stadi più avanzati, anche la perdita degli elementi dentari.
Vediamo nel dettaglio come questi tre fattori (fumo, alcool e cattive abitudini alimentari) incidono sulla vostra igiene orale:
- CIBI RICCHI DI ZUCCHERI AUMENTANO IL RISCHIO DI CARIE.
Un’alimentazione sbagliata e la carenza di alcune sostanze come magnesio, zinco, ferro, manganese e vitamine possono causare infiammazione alle gengive e portare alla caduta precoce dei denti. Vengono invece considerati cibi “salva denti” il latte, le verdure in foglia e la frutta. - SUPERALCOLICI
Sono dannosi per le mucose del palato, della lingua, dell’esofago e della faringe perché contengono zuccheri e sostanze acide che intaccano lo smalto dei denti. - FUMO
E’ la principale causa della malattia parodontale, che, a lungo andare, provoca la caduta dei denti. Il fumo inoltre provoca anche danni antiestetici come: denti macchiati, chiazze giallastre, alitosi, cambiamenti nella percezione del gusto e dell’olfatto e un aumento della formazione di placca e tartaro. Inoltre nel caso di interventi di Implantologia e Chirurgia dentale avanzata, il fumo aumenta il rischio di insuccesso dell’intervento e di rigetto degli impianti.
Il consiglio, seppur può sembrare banale, è ovviamente quello di ridurre o eliminare le cattive abitudini alimentari e i vizi quali il fumo e l’assunzione di bevande alcoliche.
Molto importante rimane la buona pratica di un consulto e un controllo periodico dal dentista, per migliorare la propria igiene dentale e per prevenire eventuali danni maggiori.
MEGLIO CIUCCIO O DITO IN BOCCA?
Vi sembrerà una risposta ovvia, e invece entrambi hanno vantaggi e svantaggi pur avendo sicuramente caratteristiche differenti, vediamoli insieme.
CIUCCIO
- è consigliato fino ad 1 anno di età
- non deve essere voluminoso; più è spesso, più è facile che si crei malocclusione
- deve essere sostituito una volta al mese perché si usura e può danneggiarsi
- esiste un ciuccio “ortopedico”, che è consigliato perché crea minore malocclusione
- può creare disallineamenti se l’uso viene prolungato oltre un anno di età.
DITO
- a lungo andare porta alla malocclusione e, in molti casi, all’apparecchio ortodontico
- è un gesto più naturale che il bambino decide di compiere nel momento in cui ne sente il bisogno (…e non si rischia di dimenticarlo a casa!)
- è un vizio che spesso viene portato avanti anche in età avanzata
- il bambino lo succhia inavvertitamente e inconsciamente per cui è più difficile da togliere
La suzione del ciuccio o del dito prolungata oltre i 4 anni di età del bambino, rappresenta comunque il maggior fattore di rischio per problemi ortodontici, come malocclusioni, morso aperto o morso incrociato.
Se tenuta sotto controllo, la soluzione sia del dito sia del ciuccio, non causano nessun problema di tipo dentale ai bambini, a patto che il comportamento venga appunto controllato dai genitori.
In caso contrario entrambi possono causare un’alterata disposizione dei denti con conseguenti problemi di masticazione. Se si prolunga l’uso del ciuccio si possono anche manifestare problemi di pronuncia e difficoltà nella crescita dei denti.
LE PATOLOGIE PARODONTALI
Le patologie parodontali, volgarmente definite in fase avanzata col nome di piorrea, nascono generalmente da una gengivite che poi si aggrava con gli anni fino a diventare una vera e propria parodontite o malattia parodontale.
Le forme più comuni possono portare alla perdita dei denti se non vengono curate: si comincia con il sanguinamento gengivale o gengivite non curata che poi può lentamente evolvere in qualcosa di più severo.
Ma cosa succede esattamente ai nostri denti?
Vi è un accumulo di tartaro e placca sotto la gengiva, si crea un’infiammazione cronica del legamento parodontale, un legamento quasi invisibile che c’è fra dente e osso. Esistono dei meccanismi immunitari che provocano la distruzione di questo legamento e venendo meno si crea quella che viene definita la tasca parodontale(o sacca detto in modo improprio) che si approfondisce fino a quando arriva all’apice del dente generando l’ascesso parodontale: si gonfia la gengiva e fa male, il dente si muove moltissimo e bisogna toglierlo; questo è proprio alla fine quello che capita se non si cura per tempo la malattia parodontale.
Tra i campanelli d’allarme ci può essere il sanguinamento (nelle persone che non fumano, perché nei fumatori il sanguinamento gengivale molto spesso è assente per la riduzione dell’apporto vascolare causato dalla nicotina).
Pertanto, che ci sia sanguinamento o no, si riscontra una mobilità dentale minima o una perdita di gengiva, cioè una recessione che peraltro non è sempre patologica.
La recessione delle volte può essere presente in misura minima anche a causa di uno spazzolamento troppo aggressivo delle gengive. L’unica cosa da fare per diagnosticarla è una visita dall’odontoiatra che con una sonda parodontale prova a verificarne la profondità.
Tra le cause ci sono dei fattori ereditari o di familiarità. Infatti si riscontra il più delle volte nelle persone che hanno perso, come i propri genitori, i denti in giovane età; poi c’è una causa legata alla scarsa igiene orale, la trascuratezza e il fumo.
Per prevenire è importante l’igiene dentale, a maggior ragione se c’è una malattia parodontale, perché è una malattia cronica.
I pazienti vanno motivati e chiaramente c’è bisogno anche di fare dei controlli più ravvicinati nel tempo rispetto a una persona che non ha questa malattia. E’ consigliato usare uno spazzolino elettrico.
Se le tasche parodontali non sono molto profonde, fino a 4-5 mm, è sufficiente alcune volte fare le levigature che sono delle pulizie dentali sottogengivalifacendo l’anestesia locale in 4-5 sedute; in questo caso il tartaro viene rimosso da sotto la gengiva.
Se le tasche parodontali sono più profonde, la soluzione migliore è chirurgica: in questo caso si fanno degli interventi dove viene aperta la gengiva e si pulisce al di sotto per togliere il tartaro e soprattutto il tessuto che si è formato al posto del parodonto (chiamato tessuto di granulazione). Se ci sono dei difetti molto importanti si possono fare delle ricostruzioni di osso, se invece il dente o i denti sono compromessi dovranno essere estratti.
L’età in cui si viene più colpiti? L’età media è dopo i 30-35 anni mentre la fase massima è intorno ai 55-60 anni: a quel punto c’è un peggioramento notevole.
PREVENZIONE DENTALE: PICCOLI GESTI QUOTIDIANI PER UN SORRISO PERFETTO
La prevenzione dentale è una pratica fondamentale per mantenere il vostro sorriso sano e bello. Igiene e prevenzione orale sono alla base della salute dei vostri denti.
Fin da piccoli ci viene insegnato come prenderci cura del nostro sorriso e quali sono i cibi che provocano i maggiori danni ai nostri denti.
Semplici e facili gesti quotidiani come:
- lavare i denti almeno dopo ogni pasto principale per limitare l’insorgere di tartaro e carie
- utilizzare spesso il filo interdentale per rimuovere i residui che non si riescono a togliere con lo spazzolino
- utilizzare il collutorio
- consumare cibi ricchi di vitamine e sali minerali per preservare non solo i denti, ma anche i tessuti gengivali
L’igiene e la prevenzione orale sono abitudini quotidiane che si possono (e devono) svolgere tranquillamente nella comodità di casa.
Per tenere sotto controllo la situazione generale dei propri denti ricordatevi però di fare visite periodiche dal dentista ed effettuare una detartrasi almeno una volta l’anno.
La prevenzione dentale è quindi il mezzo più efficace per contrastare l’insorgenza di carie e prevenire appunto l’insorgere della malattia parodontale.
Basta pensare che la placca batterica e il tartaro sono la causa del 90% delle patologie.
QUALI SONO LE PRINCIPALI PATOLOGIE ORALI?
CARIE
E’ provocata dall’azione degli acidi della placca batterica che agiscono intaccando lo smalto. La carie provoca dolore ai denti, sensibilità caldo/freddo e, se non curata tempestivamente, può causare addirittura la perdita del dente.
PLACCA DENTARIA
E’ un deposito trasparente di batteri che si annida sui denti. Se non rimossa provoca il tartaro, rovinando i denti a causa dell’acido che ne intacca lo smalto.
GENGIVITI
Sono infiammazioni delle gengive provocate dai batteri presenti nel cavo orale. Questi possono infettare la gengiva arrivando persino ad intaccare l’osso.
TARTARO
E’ un’incrostazione che si forma dalla mineralizzazione della placca batterica sui denti, intorno alla gengive. Il fumo e il consumo di caffè favoriscono l’accumulo del tartaro, che potrà essere rimosso con un’operazione di ablazione.
QUANDO FARE L’ABLAZIONE DEL TARTARO O DETARTRASI?
L’ablazione del tartaro, più comunemente conosciuta come detartrasi o pulizia dei denti, è necessaria in media ogni 6 mesi, ma è un dato indicativo, poiché l’accumulo di placca e tartaro varia molto da persona a persona, in base alla quantità di saliva e alla qualità dell’igiene quotidiana.
Vi sono persone che, pur seguendo tutti gli standard di pulizia orale necessari, devono ricorrere alla detartrasi ogni 3 mesi, e persone che possono permettersi di fare una seduta di ablazione del tartaro anche solo una volta ogni 3 anni, mantenendo denti perfetti.
Essendo una tecnica di prevenzione di patologie gengivali e parodontali dovrebbe comunque essere effettuata con regolarità.
I fattori che determinano la formazione del tartaro sono:
- DISPOSIZIONE DEI DENTI: denti affollati e/o storti creano delle aree che sono difficili da detergere con lo spazzolino, filo interdentale, scovolino. Il tartaro in queste persone si formerà più facilmente e rapidamente che in altre.
- IGIENE PERSONALE: i denti dovrebbero essere lavati dopo ogni pasto, almeno 3 volte al giorno, pertanto in chi non ha queste abitudini la formazione del tartaro è accelerata.
- STATO DI SALUTE DELLE GENGIVE: uno stato di salute non ottimale delle gengive impone sedute di igiene professionale più frequenti, per evitare che il tartaro aggravi la parodontopatia.
Quindi, seppur questi fattori siano soggettivi, è sempre consigliato un controllo periodico presso il vostro dentista di fiducia, in modo da garantire la perfetta salute dei vostri denti.
QUANDO SPUNTANO I DENTI? IL CALENDARIO DELLA DENTIZIONE
Si definisce come dentizione il processo di comparsa dei denti all’interno del cavo orale.
In rapporto a tale processo, si possono distinguere una dentatura decidua (formata dai cosiddetti denti da latte) e una dentatura permanente.
La dentatura decidua consta di 20 elementi dentari, 10 per ogni arcata: 4 incisivi, 2 canini e 4 molari.
La dentatura permanente è formata invece da 32 elementi, 16 per ogni arcata: 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari e 6 molari.
Quasi tutti i denti permanenti sostituiscono i corrispettivi decidui, tranne i molari permanenti che non hanno un dente deciduo soprastante. Infatti sono i premolari permanenti ad erompere al posto dei molari decidui.
I primi denti ad erompere nei bambini sono gli incisivi centrali inferiori all’età di 5-7 mesi, seguiti dai superiori a 6-8 mesi.
Successivamente si avrà l’eruzione degli incisivi laterali inferiori e superiori (rispettivamente 7-10 mesi e 8-11 mesi).
Eromperanno poi i primi molari a 10-16 mesi, i canini a 16-20 mesi e i secondi molari a 20-30 mesi.
Tra i 6 ed i 12 anni si osserva la cosiddetta dentizione mista, caratterizzata dai decidui che esfoliano man mano e dai permanenti in via di eruzione.
Intorno ai 6 anni erompono in arcata i primi molari permanenti, ai 6-7 anni gli incisivi centrali, ai 7-8 gli incisivi laterali, ai 9 anni i primi premolari, ai 9-11 anni i canini, ai 10-11 anni i secondi premolari e ai 12 i secondi molari, infine i terzi molari possono erompere dai 17 ai 30 anni o spesso rimangono inclusi.
SORRIDERE FA BENE ALLA SALUTE ... QUINDI, SORRIDI!
I 7 BENEFICI DI UNA SANA E RICCA RISATA!
La chiamano “La Cura del Sorriso” o “Terapia del Sorriso“, è contagiosa… e consiste nel ridere anche senza un reale stimolo esterno. Sorridere fa bene al cuore e alla mente! Uno studio americano dimostra infatti che ridere fa bene alla salute, con effetti simili a una sessione di sport.
Abbassa la pressione, riduce lo stress, stimola l’appetito e mette in moto il sistema immunitario. Inoltre, si sono registrati benefici sulla regolarizzazione della pressione sanguigna e il miglioramento del tono generale dell’umore.
Ecco i 7 BENEFICI di una sana risata:
- Ridere è un esercizio muscolare e respiratorio che permette la purificazione e liberazione delle vie respiratorie superiori.
- Ha un effetto benefico sul colesterolo, perché aumenta gli scambi polmonari e contribuisce ad abbassare il tasso di grasso nel sangue.
- Fa anche rilassare il nostro corpo. Infatti, da quando si inizia a ridere, il cuore e la respirazione accelerano i ritmi, la tensione arteriosa cala e i muscoli si rilassano.
- Possiede una funzione depurativa dell’organismo ed espellendo anidride carbonica permette un miglioramento delle funzioni intestinali ed epatiche.
- Combatte la stitichezza perché provoca una ginnastica addominale che rimesta in profondità l’apparato digestivo.
- Ridere, sullo stato generale di salute, combatte la debolezza fisica e mentale: la sua azione infatti causa una riduzione degli effetti nocivi dello stress.
- E’ un primo passo verso uno stato di ottimismo, che contribuisce a donare gioia di vivere e quindi ha salutari proprietà antidepressive. Anche l’insonnia passa, perché ridere diminuisce le tensioni interne.
La scienza prova da anni che ridere è un fattore chiave per il benessere.
Per questo motivo, per sorridere senza imbarazzo, è importante sentirsi a proprio agio ed essere soddisfatti del proprio sorriso.
Come non vergognarsi più dei propri denti e come migliorare il sorriso?
Facile! Con una sana alimentazione, una buona igiene orale e controlli periodici dal dentista. In questo modo potrete mostrare un sorriso smagliante senza imbarazzo.